Inviato da Ilaria Girardelli il
Perchè festeggiare il Centenario del Lupettismo?
Noi abbiamo trovato ben 13 milioni di buoni motivi per festeggiare quest’anno! Ebbene sì! Esiste un buon motivo per ogni Lupetto e Lupetta che Caccia nel mondo!
C’era una volta, in India, una grande tigre che si aggirava nella giungla in cerca di cibo. Giunse finalmente ad un luogo dove era accampato un boscaiolo con la sua famiglia, e la tigre pensò che sarebbe stata proprio una gran bella cosa di far cena a spese di un uomo addormentato o, meglio ancora, di un piccolo bimbo grassottello. Sebbene fosse un bestione grande e forte, la tigre non era molto coraggiosa, e non aveva alcun desiderio d’incontrarsi faccia a faccia con un uomo armato in terreno aperto. Strisciò, dunque, avvicinandosi al fuoco da campo; ma, affascinata dalla preda, non guardò attentamente dove metteva le zampe, e, nello spingersi avanti, calpestò delle braci ardenti. Urlò di dolore, mettendo a soqquadro tutto l’accampamento, e, dovette ritirarsi affamata e zoppicante.
Un bimbo piccolo scappò via nei cespugli per nascondersi ed ecco che incontrò un gran lupo grigio. Ma il lupo era un animale coraggioso e gentile, e vedendo che il bimbo aveva paura di lui, lo prese su delicatamente con i denti, come un cane fa con i propri cuccioli, e lo portò nella sua tana, lì vicino. Qui Mamma lupa si prese cura del bambino e lo allevò tra i suoi piccoli. Poco dopo Tabaqui, che è lo sciacallo, andò dalla tigre, il cui nome era Shere Khan, e le disse: “Signora Tigre, io so dove si è rifugiato quel piccolo bimbo, e se Lei vorrà ucciderlo, si compiacerà darmene un bel pezzettino, come ricompensa di averle indicato dove trovarlo. Egli si trova in quella piccola tana sotto la roccia.” Uno sciacallo è una specie odiosa e strisciante di animale, che lascia agli altri la fatica di cacciare ed uccidere, mentre egli gironzola mendicando i rimasugli. Così Shere Khan si presentò alla bocca della tana, ma per quanto potesse mettere dentro la testa, l’apertura era troppo stretta per permettere al suo corpo di passare, ed il lupo grigio dentro, lo sapeva bene e per tanto non ne ebbe paura. Il lupo le disse di andare via e procurarsi con la caccia il suo cibo, e di non andare in giro cercando di non rubare quello che gli altri avevano catturato. Gli disse anche che non doveva infrangere la legge della giungla, la quale dice che nessun animale può uccidere un essere umano, poiché questo fa sì che arrivino altri uomini per dar la caccia all’assassino, con conseguente grave pericolo per tutti gli animali della giungla. Shere Khan ruggì di collera e provò a spaventare il lupo con la minaccia di quello che avrebbe fatto, quando improvvisamente intervenne Mamma lupa ingiungendole di andarsene per i fatti suoi. Ella si sarebbe presa cura del ragazzo, ed un giorno quel ragazzo, divenuto grande, avrebbe ucciso Shere Khan, se non stava molto attenta. Così il bimbo rimase coi lupi e crebbe come fosse della famiglia. Gli diedero il nome di Mowgli, e gl’insegnarono tutte le astuzie della giungla: a correre e a dar la caccia alla selvaggina. In questo modo Mowgli divenne forte e coraggioso. Poi lo condussero anche alla riunione del consiglio del branco di tutti i lupi, che veniva tenuto ad una certa rupe. Come un piccolo lupo, Mowgli aveva un’infinità di cose da imparare. Nel libro “Piste del Nord” di W.J. Long, si può leggere come un lupetto impari le sue lezioni di caccia dai genitori. Le prime lezioni hanno per scopo di renderlo agile ed attivo, e per ciò gli si fa dar la caccia alle cavallette: saltare, azzannare, voltarsi e piombare su di loro. Più tardi lo si lascia digiuno, insegnandogli che se ha bisogno di cibo deve andare a procurarselo. Il lupetto prova le sue astuzie sugli uccelli, ma presto scopre che non ne vale la pena. Se vuole uccidere deve arrampicarsi, correre, nascondersi e stare all’agguato. Se non impara a far questo bene, morirà di fame. Il suo pranzo dipende da lui. La stessa cosa accade per un ragazzo che vuole divenire Esploratore. Occorre che egli apprenda prima dai vecchi Esploratori tutte le loro arti ed i suoi compiti. Anch’egli deve fare il suo cammino nella vita ed i giochi non sono sufficienti per questo. Se vuole riuscire, occorre che egli avanzi prudentemente, che apprenda tutto ciò che gli potrà servire nel mestiere che sceglierà, qualunque esso sia. Il suo successo dipende da lui, non dai suoi maestri o dai suoi genitori. Preparatevi per tanto a fare come i veri lupacchiotti ed a vincere le vostre battaglie. Più tardi, da Esploratori imparerete come potrete fare altrettanto da grandi.